Buone giornate della fine dell’anno a tutti/e. Scrivo questa NL prima di prendere il treno per Narita e poi l’aereo per Taipei.
Quindi quando leggerete questa mia sarò o nel mio comodissimo sedile di economy o in giro per la capitale taiwanese a chiacchierare con chiunque.
Ci sono tutte le premesse per incontrare un sacco di gente e raccogliere la vibra dell’isola a meno di un mese dalle famose elezioni. Avrei voluto registrare la prima puntata del podcast prima della partenza ma da un paio di giorno sono completamente afono e l’idea di farmi sostituire da una voce sintetica non mi piace molto. Spero solo che per domani mattina la situazione migliori perché altrimenti tutto diventa un po’ difficile.
Scandolo giapponese per chi si vuole consolare
Nel frattempo si è scoperto che molti politici giapponesi del partito di governo (Jimintō) si sono un po’ dimenticati di dichiarare dei soldi che hanno preso lungo gli anni. Si tratta principalmente di donazioni e di fondi raccolti tramite eventi vari per un valore di vari milioni di euro, ricevuti da membri della fazione di Abe.
Il governo di Kishida già non se la passava bene e adesso il suo gradimento è ai minimi storici. È interessante notare, secondo me, che anche in una situazione del genere non c’è lo spostamento dell’elettorato verso altre forze politiche alternative. Il governo ha fatto un rimpasto e verosimilmente non cambierà niente come sempre, in un eterna successione di giri di valzer.
Ōtani ai Dodgers
Uno che viene da un posto di provincia del profondo oriente del mondo è ad oggi il giocatore con il contratto più costoso della storia. Ōtani ha firmato con i Dodgers e qui in patria tutti stanno impazzendo, come spesso accade c’è voglia di notizie, anche le più irrilevanti, come il nome del suo cane che pare essere dekopin, cioè un termine giapponese che significa schiaffetto sulla fronte. Sì, in giapponese ogni tipo di colpo dato al prossimo ha un nome particolare che indica chiaramente le due parti del corpo che entrano in contatto. Mi fa un po’ pensare al campano “capa e muro” che però ha un altro significato.
È tutto, devo andare,
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Mandi!