Entrino le Mascotte
Come cambia la società giapponese e dove andare per il sushi con la famiglia
Società giapponese
Il Global Gender Gap Report del 2023 attesta il Giappone 125esimo in una classifica di 146 paesi in relazione a peso e presenza delle donne nelle posizioni di potere nella società. Questo risultato deludente, di gran lunga il peggiore tra i paesi del G7, è influenzato dalla scarsissima presenza di donne in parlamento, al governo e in posizioni apicali delle aziende più importanti.
Non sono solo organismi internazionali a notare questa disparità: anche i media giapponesi si occupano della questione notando che le donne sono sfavorite nelle selezioni per i candidati al parlamento, specie nei partiti dell’alleanza di governo. Il Jimintō (partito liberal-democratico) aveva come obiettivo alle ultime elezioni il 30% di donne candidate, il suo alleato Kōmeitō si è attestato al 10%, mentre i partiti minoritari di sinistra come il Partito Comunista si avvicinano al 50%.
Come spesso accade l’opinione pubblica giapponese, nei sondaggi, vorrebbe più donne rappresentanti ma allo stesso tempo il paese è più complesso di quanto una classifica unidimensionale possa raccontare. Ad esempio ancora adesso ci sono scuole superiori separate per sesso e in molte facoltà universitarie si trovano quasi solo maschi o solo femmine. Certo, a volte le selezioni fatte con gli esami di ammissione sono truccate in modo da sfavorire le donne (è successo in alcune facoltà di medicina a Tokyo), ma in molti campi le donne scelgono volontariamente di astenersi. Uno di questi è la politica, vista come un mondo per gente dura, disposta a mescolarsi con ambienti non proprio specchiati o addirittura compromessi con il crimine.
Per completare il quadro, un recente sondaggio ha rilevato che il 40% delle donne tra i 20 e i 30 anni preferirebbe non entrare nel mondo del lavoro ma rimanere a casa mentre il marito va a lavorare. Sembra una ritorno a u’idea di famiglia da dopoguerra ma fa capire come sia percepita la pressione subita (da uomini e donne) nei posti di lavoro.
Altre notizie flash
Il 16 giugno il parlamento ha approvato una legge per proteggere le minoranze sessuali contro la discriminazione. Il Giappone è l’unico dei paesi G7 a non avere delle leggi per le unioni omosessuali, ed è governato da una maggioranza di governo particolarmente conservatrice a riguardo. La legge appena approvata è piuttosto blanda, e tra gli attivisti LGBT alcuni la criticano mentre per altri è un passo importante per iniziare a migliorare la situazione. Intanto è nata una alleanza parlamentare anti-transgender estremamente preoccupata per il possibile ingresso di donne transgender possibilmente non ancora operate nei bagni pubblici (intesi anche come posti dove fare il bagno in vasca) delle donne.
MASUKOTTO
la mascotte di oggi è:
Mimamori Inu
È un cagnolino che aiuta a rilevare crimini e illegalità varie per riportarli alla polizia (che a sua volta ha un’altra masukotto di cui parleremo in altre mirabolanti edizioni di questa rubrica). Credo che Mimamori voglia rappresentare il cittadino attento alla legalità e molto amico delle guardie e siccome giugno è il “mese della prevenzione della residenza irregolare e delle assunzioni illegali”, di fronte a molte stazioni di Tokyo le autorità hanno piazzato banchetti con i pupazzoni per ricordare a grandi e piccini di stare all’erta e denunciare i casi sospetti.
Chiaramente c’è il sospetto che da lì sia un attimo a generalizzare e vedere tutti gli stranieri (specialmente quelli meno “bianchi”, come di solito succede) come possibili criminali, stimolando instinti xenofobi. C’è anche da dire però che la legalità conviene sopratutto agli immigrati perché significa orari decenti, una paga congrua e il diritto al visto. Il vero problema è che quando emergono situazioni illegali le punizioni sono molto diverse tra lo straniero che è rimasto senza visto (che spesso viene incarcerato senza complimenti e senza processo) e chi (spesso giapponese) ha approfittato del lavoro degli immigrati. Le masukotto tacciono a riguardo, mi pare.
KUIMONO
Nelle città italiane (almeno quelle piccole nel nord da cui vengo) la domenica sera si va a cena in una pizzeria chiamata di solito con una combinazione esotica di parole scelte tra: bella/vecchia/Napoli/Vesuvio/scugnizzo/Pulcinella/Partenope/don/Carmine/Vincenzo/Ciccio/Ciro/Gennaro/S.Lucia/
OK, basta.
Se in Italia la pizza è il pasto nazionale ma farlo a casa è un po’ una menata, la stessa posizione è occupata in Giappone dal sushi. Nella mia zona il posto in cui andare la domenica sera a farsi un sushi a buon mercato è Hama Sushi; sempre pieno, economico e con i camerieri indaffarati, un po’ sbrigativi ma gentili. L’acqua è self service tipo in mensa, dal tavolo si ordina con i tablet e nel menù si trovano anche udon e soba, per quello che si vuole distinguere e che in pizzeria ordinerebbe le linguine allo scoglio o la sgaloppina al pepe verde.
Unico punto su cui fare attenzione: i piattini arrivano sul nastro trasportatore, bisogna fare attenzione a non mancare quelli che si sono ordinati e soprattutto non prendere quelli che erano destinati ad altri.
chissa se c'è in inglese...ma come si fa a capire quale è per te? o è nastro e prendi quelli che (pensi) di aver ordinato?
e che ne pensano che sei gaijin i camerieri?