Eccoci, mi sono preso un po’ di pausa dalla NL perché ero impegnato in altri lavori e poi stavo viaggiando per il Giappone. Buon fine settimana, intanto.
Kyōto
Iniziamo con una rivelazione: le prime volte che sono andato a Kyoto non mi è piaciuta affatto. La città, rispetto a Tokyo, mi pareva piccolina, poco soddisfacente e tutto sommato non così storica rispetto all’architettura che si trova in Italia: troppi edifici moderni. E poi gli abitanti del posto con cui avevo avuto a che fare mi parevano spocchiosi, intrisi di quell’idea di essere stati la capitale e che chiunque venisse lì fosse un campagnolo barbarico.
Negli anni sono stato a Kyoto tante volte e col tempo la mia impressione è cambiata completamente, adesso amo la città e ci vado ogni volta che posso. La settimana scorsa l’ho trovata in uno stato inedito per me, la fioritura dei ciliegi brillava lucida sotto la pioggia, e c’erano legioni di turisti che intasavano alcune zone del centro e le maggiori attrazioni come templi e giardini.
Le conversazioni con negozianti e altre persone del posto hanno seguito quasi sempre un modello del genere:
NEGOZIANTE: Hello!
IO: こんにちは、この引き出しあけてみていいですか?
(Buongiorno, posso aprire questo cassetto per guardare?")
N: Yes, please, you can open.
IO: この数珠何でできていますか?
(di cosa è fatto questo braccialetto?)
N: This is wood.
IO: わかりました、これとこれも頂きます。
(Ho capito, allora prendo questo e anche quest’altro)
N: Ok, do you pay with credit card?
IO: はい、これはピってできるはずです。
(sì, questa dovrebbe funzionare anche come contactless)
N: えっ!日本語できますか??????
(Eh! Parla giapponese?????)
IO: はいずっと日本語ですけど。。。
(Sì, veramente ho usato solo il giapponese da quando sono entrato)
E da lì comincia una conversazione animata in cui il negoziante mi spiega che non ha quasi mai incontrato stranieri che parlino giapponese, che non se lo aspettava e che sorpresa. Così in tutti i posti in cui sono stato, caffè, negozi di tè, bar; una città che fornisce servizi a clienti con cui non riesce a comunicare bene. La cosa interessante, poi, è che a Tokyo interagire in giapponese con gli stranieri è la norma, e un po’ anche per il carattere cool dei tokyesi non usa mostrarsi meravigliati. A Kyoto invece vige un’anda chiacchierona che, superata la prima debole corazza di riserbo cittadino, si espande in amicizie preziose per scoprire informazioni e parti nascoste della zona.
Oltre allo shock per l’esplosione dell’overturismo, comunque, rimangono delle zone meravigliose di Kyoto che per me erano ancora sconosciutissime: ad esempio il quartiere a nord del padiglione d’oro (Kinkakuji) è una zona residenziale con templi intimi, pacifici, alle cui spalle si inerpicano sentieri di montagna che si inoltrano nella foresta. A 15 minuti di autobus dalla bolgia della stazione di Kyoto ci si trova in un posto che sembra fatato e soprattutto vuoto.
Isola segreta + Ciliegi
Ho passato il resto della settimana in un’isola di cui adesso non posso parlare perché il racconto uscirà in futuro, è un posto eccellente in cui ormai mi sento a casa.
E i sakura? (chiederanno i miei piccoli lettori).
Sono fioriti e io li ho visti a Tokyo, Kyoto e nel quasi estremo sud dell’arcipelago, ma né io né le persone con cui ho parlato siamo riusciti a fare un picnic decente sotto i petali perché innanzitutto il periodo di fioritura era in ritardo rispetto ai programmi, e poi il tempo è stato quasi sempre brutto. La pioggia e il vento hanno impedito di stendere i teli e hanno trascinato anzitempo i petali via dagli alberi. Se ce ne fosse stato bisogno, una nuova affermazione del tempo atmosferico che fa quello che pare a lui.
La pagina delle notizie (un po’ scandalistiche)
Ippei Mizuhara, interprete di Shohei Otani e figura sempre al suo fianco nella vita americana, ha usato centinaia di migliaia di dollari del giocatore per scommettere su eventi sportivi. In alcuni frangenti ha anche chiamato al telefono la banca fingendo di essere Otani. Le prove sono schiaccianti e si attende il processo. Nel frattempo alcuni testi scolastici di inglese potrebbero subire delle modifiche.
Per oggi è tutto, fatemi sapere se vi è piaciuta la versione diario della Newsletter e non dimenticate di dedicare un momento a voi stessi chiedendo un aumento del salario o almeno un miglioramento delle condizioni di lavoro.
Ciao!
a me è piaciuta.
se poi fosse possible, avere qualche dritta sugli itinerari.
L'ultima frase è un inno alla gioia del lavoro o c'è del sottotesto?
Mi è molto piaciuta la versione diario